Martedì 15 marzo, alle ore 11.00, presso piazza ospitale, si terrà la cerimonia di inaugurazione del pannello commemorativo della figura di padre Giulio Granata in occasione del 45° anniversario della scomparsa, nel contesto dell'iniziativa "Tre lodigiani in memoria" promossa dal Consiglio comunale per lo studio e la valorizzazione di tre eminenti personalità della storia moderna della città di Lodi.
Padre Giulio Granata nacque a Lodi il 3 gennaio 1892: primogenito di nove figli. Dopo le scuole elementari entrò nel Seminario dei padri Barnabiti a Cremona, dove frequentò la scuola media e il ginnasio. Passò poi a Monza per l'anno di Noviziato, concluso con la professione dei voti religiosi. Frequentò il Liceo classico nel collegio dei Barnabiti a Lodi, sostenendo gli esami di Maturità presso il Liceo classico “Verri”.
Mentre era studente di Teologia, scoppiò la prima guerra mondiale. Fu chiamato alle armi e, nel luglio1916, mandato in Albania con il compito di portaferiti. Venne rimpatriato nel settembre 1917 perché colpito da una grave infezione malarica. Fu curato a Lodi nel Collegio S. Francesco, che dall'agosto 1915 era adibito ad ospedale militare.
Conclusa la guerra completò gli studi di Teologia a Roma, dove venne ordinato sacerdote il 18 dicembre 1920. Il suo apostolato cominciò a Cremona, insegnando Lettere nel seminario dei barnabiti. Nel 1923 fu destinato a Voghera, dove fu docente di Latino e Greco. La terza e ultima destinazione di padre Granata fu il Collegio S. Francesco di Lodi: vi rimase dal 1930 fino alla morte. Fu docente di Lettere classiche nel Ginnasio e confessore nella chiesa di S. Francesco. Affiancò il confratello padre Cesare Barzaghi nell'apostolato della carità verso i poveri, continuandone poi l'opera di aiuto alle famiglie dei quartieri del Borgo e della Maddalena. Fu assistente del Circolo studentesco “Pallavicino” e animatore dell'associazione “Pro Cultura”, dedicandosi con ardore e zelo alla formazione cristiana e sociale dei giovani. Negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale educò i giovani ai valori della libertà, della coerenza, dell'impegno per costruire una società ispirata dai grandi ideali cristiani. Durante la Resistenza offrì ospitalità nel Collegio S. Francesco alle prime sedute del Comitato di liberazione nazionale. Dopo l'arresto, nel febbraio 1944, dello scultore socialista Ettore Archinti, membro del CLN, padre Granata fu costretto alla fuga: visse nascosto prima a Milano, poi presso i Fatebenefratelli a S. Colombano al Lambro, infine nel Collegio dei barnabiti a Cremona. Dopo la guerra, ritornato a Lodi, riprese le attività di docente ed educatore, di confessore e direttore spirituale, di formatore di giovani all'impegno politico, di animatore di attività caritative.
Intensa fu anche la sua produzione di saggi sui problemi dell'attualità politica e sociale, con lo scopo di preparare i cattolici ad operare nella vita pubblica secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa e del Magistero del Papa. Padre Granata si spense il 15 marzo 1971, all'età di 79 anni, attorniato dalla riconoscenza della popolazione lodigiana per la sua opera di sacerdote, di apostolo della carità, di formatore della coscienza civica.